Una vera e propria crisi di identità infermieristica sembra albergare fin dalle aule dell’Università. Questa crisi di identità è la causa di chi si sente professionalmente smarrito, turbolento, di chi pensa di abbandonare la professione, di chi pensa di aver sbagliato scelta, di chi non solo pensa ma soffre di ansia e/o burnout. Purtroppo, è un effetto collaterale della confusione italiana sulla professione stessa
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Chi sono io? Un infermiere
Da uno studio infermieristico realizzato su un campione di 2186 infermieri si evince che uno dei problemi legati alla professione infermieristica è la crisi d’identità professionale.
L’identità professionale è ciò che l’individuo definisce di sé stesso, una rappresentazione che egli stesso formula e in base alla quale agisce. L’infermiere che è soggetto a una crisi d’identità professionale ha, dunque, una rappresentazione distorta del suo essere professionale. Di conseguenza si ha un rallentamento professionale che incide inevitabilmente sulla professione in toto.
Spesso nei reparti si sente dire: boh, non so se un infermiere può farlo
, oppure si è sempre fatto così
, o ancora sono solo un infermiere, non tocca a me
. Questi sono tutti esempi di frasi che si sentono dire all’interno delle U.O, frasi che purtroppo pregiudicano la figura dell’infermiere in termini di professionalità ed efficienza.
La crisi d’identità professionale inevitabilmente porta anche a quello che è il demansionamento o al demansionarsi, perché non si ha una formulazione della rappresentazione della professione e il professionista agisce in base al suo pensiero e un pensiero errato porta il professionista a non agire come tale, pregiudicando inevitabilmente la propria figura e l’intera categoria.
Una vera e propria crisi di identità infermieristica sembra albergare fin dalle aule dell’Università, dove vi sono studenti di Infermieristica che non hanno un’ideologia ben chiara, non hanno una visione eterogena della professione. Ovviamente questo problema non può che ripercuotersi nel tempo sulla professione stessa.
Questa crisi di identità è la causa di chi si sente professionalmente smarrito, turbolento, di chi pensa di abbandonare la professione, di chi pensa di aver sbagliato scelta, di chi non solo pensa ma soffre di ansia e/o burnout.
Purtroppo, la crisi d’identità professionale è un effetto collaterale della confusione italiana sulla professione stessa. Una maggiore valorizzazione, tutela e maggiori garanzie professionali ed extra professionali possono rimediare ad una crisi che probabilmente, purtroppo, non è solo d’identità.
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